Professore della New York University avverte: “Non avrete il tempo di scappare”. E’ vero che “Un’eruzione del Vesuvio sarebbe pressoché imminente”?

vesuvio

BY SAMUEL COLOMBO

Il Vesuvio è un vulcano situato in Italia: alto 1281 metri, largo 500 metri e profondo 300 metri. E’ l’unico vulcano attivo dell’Europa Continentale e quello più studiato nel mondo. È uno dei più pericolosi a causa dell’elevata popolazione delle zone circostanti.

Nel 72 d.C. una sua eruzione ha ucciso 20.000 persone a Pompei e nelle vicinanze. Da allora il Vulcano ha eruttato 50 volte. L’evento più recente è del 1944.

In sostanza, il Vesuvio rappresenta una vera minaccia costante per Napoli.

Per la sua pericolosità alcuni interventi legislativi hanno individuato una zona a rischio in caso di eruzione, detta zona rossa.

Il Dipartimento della Protezione Civile con la collaborazione della Comunità Scientifica e delle Autorità Locali, ha predisposto un piano di emergenza per l’evacuazione di coloro che si trovano nella zona rossa in caso di eruzione del Vesuvio.

Ma il rischio di una possibile imminente eruzione del Vesuvio è quindi da considerarsi vera? 

Secondo Dobran, uno dei più famosi professori che si occupa del Vesuvio e studioso della New York University, ha definito con toni molto allarmistici l’eruzione del Vesuvio come “imminente”. Ipotesi documentata e frutto di studi approfonditi. Dobran sostiene con certezza che “il momento del grande botto per il Vesuvio può essere molto vicino”.  Secondo test e studi che sono stati fatti sul Vesuvio e su altri Vulcani, la conferma viene dalla storia: le eruzioni su larga scala arrivano una volta ogni millennio. Quelle su media scala una volta ogni 4-5 secoli. Quelle su piccola scala ogni 30 anni. Ebbene, l’ultima gigantesca eruzione su larga scala è quella descritta da Plinio il Vecchio. Era il 24 agosto del 79 d. C. e distrusse Ercolano e Pompei. La più recente eruzione su media scala è quella del 1631, che rase al suolo Torre del Greco e Torre Annunziata facendo 4000 morti in poche ore.

Anche Nakada Setsuya, vulcanologo e docente di geologia presso la Tokyo University, si è associato al collega Dobran dichiarando che “il Vesuvio erutterà di sicuro. Ci sono indicatori dell’imminenza di una eruzione e monitoraggi che possono dare l’allerta”.

A pronunciarsi in merito sono stati anche due importanti vulcanologi italiani: Giuseppe Mastrolorenzo e Lucia Pappalardo dichiarando che “un’eruzione sarebbe pressoché imminente”. Non solo. Hanno sollecitato le autorità ad attivarsi al più presto per l’organizzazione di un piano rapido di evacuazione che riguarderebbe più di 3 milioni di persone che vivono nell’area. Questo perché alla profondità di circa 10 km proprio nel cuore del Vesuvio si troverebbe una caldera che si starebbe riempiendo di magma fuso destinato prima o poi a risalire in superficie. “Proprio la presenza di questo magma disciolto potrebbe aumentare il rischio di un’eruzione”.

Ma che tipo di eruzione dobbiamo aspettarci?

Secondo la relazione di Dobranuna colonna di gas, cenere, lapilli si innalzerà per 200 metri sopra il cratere. Valanghe di fuoco rotoleranno sui fianchi del vulcano alla velocità di 100 metri al secondo con una temperatura di 1000 gradi centigradi. I primi ad essere colpiti saranno Ottaviano, Somma Vesuviana e Boscoreale seguiti da Torre del Greco, Ercolano e Torre Annunziata”.

Secondo la Protezione Civile si tratterebbe di un’eruzione sub pliniana cioè meno potente da quella raccontata da Plinio il Giovane quando assistette alla distruzione di Pompei.

L’eruzione che la maggior parte degli esperti si aspetta è simile a quella avvenuta nell’anno 1631.

Ma non tutti sono d’accordo.

Il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo sostiene che il “pericolo è molto maggiore, nessuno può dire che tipo di eruzione si verificherà”.

Il piano di evacuazione è adeguato a salvare vite umane?

Secondo Dobran all’improvviso il Vesuvio esploderà con una potenza mai vista. “Non avrete il tempo di scappare, o c’è una pianificazione oppure si rischia di creare un deserto intorno al Vesuvio”. Il vulcanologo afferma che i Mass Media italiani non stanno dando un’informazione realistica del rischio dell’area vesuviana e il così detto piano di evacuazione del Vesuvio “è inaffidabile perché non prevede informazioni precise sull’allocazione della popolazione evacuata”.

Anche secondo il vulcanologo italiano Giuseppe Mastrolorenzoil piano è totalmente inadeguato perché la zona rossa è basata su un evento sub pliniano ma tutte le ricerche sia sul Vesuvio sia in altri vulcani al mondo dimostrano che questa scelta è del tutto arbitrale”. Non solo. Lo stesso dichiara che la zona rossa non è stata definita in relazione alla fisica del vulcano ma su limiti del Comune: “esempio verso Napoli il limite della zona rossa è a circa 8 km, mentre verso Pompei a 12 km. Questo è assurdo”. La zona rossa infatti sarebbe più ampia fino a colpire in pieno la città di Napoli.

Cosa dobbiamo aspettarci dunque? Che un’improvvisa eruzione del Vesuvio distrugga interi paesi coprendo tutto e tutti con la cenere dopo aver incendiato con fiumi di lava? E poi sentir dire: l’eruzione vulcanica era prevedibile ma poco è stato fatto per elaborare un vero piano di evacuazione.

Intanto si continua a costruire anche abusivamente.


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Posted on 17/01/2017 in State Of Play

Written by Samuel Colombo

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