“Codice rosso” sì, ma non lasciamo che le donne siano massacrate in attesa di giudizio

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di VIVIAN COLOMBO
Quotidiane sono le notizie che vedono come protagoniste donne violentate, abusate, calpestate nella loro dignità. Donne obbligate alla volontà malata e criminale di uomini che le considerano solo come puro oggetto di godimento o contro le quali sono autorizzati a sfogare istinti di qualunque natura.
 
Ma il problema di base è : come vengono protette queste donne che hanno il coraggio di presentare la propria denuncia presso le forze dell’Ordine?! Quale tutela, quale supporto, quale vicinanza…?!
 
Non è sufficiente che l’iter giudiziale sia più veloce. E’ necessario che queste donne vittime non si sentano sole.
Sole nel loro dolore, sole nella loro paura, sole magari con i loro figli minori o appena nati.
 
Certo ci sono numeri di telefono che possono chiamare o centri dove poter andare, ma alla fine?
 
Sono donne che hanno deciso di ribellarsi ai soprusi di uomini. Sono donne che pur nella paura hanno detto NO alle continue violenze domestiche perpetrate dai propri mariti.
Sono donne che in seguito alla denuncia rischiano di essere uccise, bruciate con l’acido.
 
Certo, un codice rosso è importante ma occorre che queste donne prima di tutto si sentano protette, sostenute, credute.
 
Nella maggior parte dei casi le denunce non vengono prese in considerazione o le donne si sentono costrette a ritrattare.
Nella maggior parte dei casi le donne non vengono credute ritenendo necessarie ulteriori indagini, verifiche.
Donne non credute. Donne che soffrono, piangono, urlano il loro dolore e non vengono credute.
L’uomo così continua ad imporre la sua superiorità e anche in paesi industrializzati la donna viene sempre considerata debole ed inferiore.
 
La Costituzione Italiana parla di parità di diritti tra uomini e donne ma purtroppo è un articolo che rimane sulla carta.
I fatti dimostrano come la donna sia sottomessa, abusata e talvolta per andare avanti si vede costretta a subire, ad accettare.
I fatti dimostrano che la donna deve difendersi dagli stupri, dalle violenze, dagli abusi.. non l’uomo che viene educato attraverso gli strumenti che un Governo può avere a disposizione.
La donna prima subisce, poi deve difendersi…
Niente viene fatto a priori per prevenire questi comportamenti malati e criminali.
Anche una volta iniziato il processo nessuna donna ha la certezza di essere creduta perché l’uomo è disposto a giurare il falso, perché l’uomo attraverso il suo avvocato racconta fatti distorti dalla realtà. E alla fine il tutto si gioca in un’aula di Tribunale nella bravura dei reciproci avvocati nel saper convincere.
 
E cosa succede quando la donna perde non venendo creduta?
 
Intanto ha perso tutto, è stata violentata una seconda volta e si trova sola a gestire la situazione che si è venuta a trovare e nelle periferie più povere le donne alla fine pur di non trovarsi in mezzo ad una strada si umiliano chiedendo scusa ai loro aguzzini e tornando a casa.
 
Non bisogna solo diminuire con il codice rosso il numero delle donne che vengono uccise ma occorre restituire alla donna la sua dignità, occorre mettere la donna nelle condizioni di poter denunciare perché protette e assistite.

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Posted on 30/11/2018 in Never Lose Hope, State Of Play

Written by Samuel Colombo

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