Samuel Colombo: MY WAY – La mia vita (parte 2)

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SAMUEL COLOMBO: MY WAY – LA MIA VITA (PARTE 1)

 

MONDO DEL LAVORO

Da giovane laureato in Relazioni Pubbliche e Pubblicità con Master in Management della Comunicazione Sociale, Politica ed Istituzionale, non mi sono mai tirato indietro dai lavori che la vita mi ha offerto.

Quando frequentavo ancora l’Università ho lavorato all’Ikea, al Call Centre, giusto per portare a casa qualche soldino, per cercare di essere indipendente per le piccole spese che mi riguardavano. Inoltre avevo anche una ragazza. Sorprese, regali, cene, cinema.

Durante il periodo del Master, pur essendo stata ritenuta idonea la mia richiesta di poter fare uno stage al Ministero del Welfare a Roma, tenuto conto che sono laureato con una tesi in Sussidiarietà e Modello Lombardo di Welfare, alla fine rifiutai, preferendo rimanere a Milano dove mi era stato proposto di svolgere lo stage presso Promos, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano che si occupa dell’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese.

Lo stage, che era gratuito e senza un minimo di rimborso, è durato qualche mese. Alla fine, da giovane intraprendente e con tanti desideri in tasca, mi accorsi che non era il mio mondo e mi rimisi in gioco.

Trovai posto presso Sicom, una delle società di event-marketing più forti di Milano, anche perché mi ha sempre entusiasmato l’ambiente degli eventi e dello spettacolo. Quest’esperienza è durata qualche mese.

Ho poi abbracciato più da vicino il mondo sociale dell’Aler, Azienda Lombarda Edilizia Residenziale di Milano. Per chi non lo sapesse trattasi dell’Azienda che gestisce e costruisce le case popolari. Inizialmente con l’incarico di Building Manager. Avevo un territorio di Milano e uscivamo per ascoltare le persone, gli inquilini, tranquillizzarli, cercare di essere loro vicini. Cercavamo di risolvere i numerosi problemi collaborando con le diverse figure all’interno dell’azienda, dai tecnici, alla Direzione Generale, alla Presidenza.

In seguito ci sono stati cambiamenti in seno all’Azienda e sono andato a svolgere altre mansioni cercando sempre di mostrarmi utile nei confronti degli inquilini e dei colleghi, anche se alcuni lavori non avevano nulla a che vedere con i miei studi. Quest’esperienza durò più di due anni e poi lasciai per mettermi in proprio proponendomi come organizzatore eventi e servizi alla persona.

Ma perché?

Cosa è nato dentro di me che mi ha spinto a mettermi nuovamente in gioco, che mi ha spinto ad abbandonare tutto per cercare la mia dimensione, il mio equilibrio dove stare ed essere?

Sicuramente se fossi rimasto all’Aler sarei passato a tempo indeterminato, avrei avuto uno stipendio mensile e forse avrei fatto carriera!

Eppure ho detto no.

Ho detto no perché ciò che m’importava non era soddisfare la sete del guadagno, della carriera, del sentirmi importante agli occhi degli altri.

Io sentivo forte nel mio cuore il desiderio di mettermi al servizio dei bisognosi, degli anziani, dei bambini. Io desideravo dar voce a coloro che sono considerati gli ultimi, che sono messi ai margini delle strade. Io desideravo portare il mio contributo in una società caratterizzata da una profonda e radicata crisi economica, dal venir meno della centralità e identità della persona in quanto tale con i suoi bisogni, i suoi problemi, le sue preoccupazioni, le sue aspettative. Io desideravo ascoltare i bisogni per far qualcosa nel mio piccolo.

Tante realtà avevo conosciuto e, nella mia esperienza all’Aler mi ero scontrato con persone che ogni giorno lottano per sopravvivere, ogni giorno combattono con le istituzioni per far valere i loro umili e semplici diritti.

Ho detto no perché da giovane senza una famiglia da mantenere, volevo rischiare per qualcosa di grande.

Certo i rischi erano tanti ma non potevo accontentarmi di vivere, non volevo soffocare lo spirito che era dentro di me, non volevo continuare a lamentarmi senza avere il coraggio di giocarmi in prima persona.

Io volevo difendere ciò in cui credevo, io volevo reagire per portare il mio contributo in un mondo dove la speranza sta lasciando spazio alle tenebre.

Mentre lavoravo all’Aler è arrivato un momento in cui mi sono chiesto cosa volessi dalla mia vita e siccome come risposta ho sentito che cercavo altro, meritavo altro, il 10 aprile 2012 ho rassegnato le mie dimissioni con effetto immediato.

E quindi?

Continua…

SAMUEL COLOMBO: MY WAY – LA MIA VITA (PARTE 3)

 

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Posted on 05/04/2017 in Never Lose Hope

Written by Samuel Colombo

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