Saremo giudicati sulla carità

Gesu

Matteo 25, 34-36

allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: venite, benedetti dal Padre Mio,  ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perchè io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi“.

Luca 6, 20-21

beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.

Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. 

Beate voi che ora piangete, perché riderete“.

Luca 6, 24-25

Ma guai a voi ricchi, perché avete già la vostra consolazione. 

Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete,  perché sarete afflitti e piangerete“.

Ciascun figlio del Padre è chiamato alla carità, a non vivere per possedere ma vivere donando gratuitamente. Una vita di donazione al povero, al bisognoso, all’ultimo degli ultimi è un atto di amore per il Padre. Un Padre che ha mandato suo Figlio Unigenito perché si facesse piccolo tra i piccoli, umile tra gli umili.

Ma che cosa significa accogliere? Chi sono i poveri che devono essere accolti?

Talvolta il tema dell’accoglienza e quindi dell’immigrazione viene capovolto e confuso con un buonismo di facciata che non tocca in nessun modo il cuore di quelle donne, uomini e bambini che vivono quotidianamente nella mancanza dei beni primari per la vita: cibo, acqua, vestiti, una casa.

Talvolta ci si nasconde dietro false opere di bene per portare avanti interessi personali o peggio ancora, per ottenere un guadagno.

Le sacre scritture delineano la figura del povero con colui che ha fame, sete e non ha vestiti per coprirsi o ripararsi dal freddo. 

Le sacre scritture non configurano il povero con colui che ottenuta ospitalità compie atti vandalici, omicidi, violenze sessuali, danneggiamenti alle strutture.

Le sacre scritture non configurano il povero con colui che pretende di avere o critica ciò che ha chiedendo il di più.

Il povero non fa rumore, il povero chiede senza pretese perché non possiede nulla, il povero non cambia Paese perché non ha neanche i soldi per comprarsi il cibo.

Per affrontare il problema dell’immigrazione occorre chiedersi: io sto aiutando il povero o sto contribuendo a portare a compimento progetti o meglio piani oscuri che non sono bene per il mio Paese?

E rivolgendomi a Bergoglio chiedo: gli uomini che sotto falsi nomi continuano ad arrivare su barconi e ad entrare in Italia sono così poveri da avere soldi per pagare l’attraversata?  Sono così poveri da avere vestiti? Sono così poveri che possono buttare e sprecare il cibo che a loro viene donato?

Ricordiamo le parole della sacra scrittura: ho avuto fame, sete, ero nudo.

Ecco perché : ” ma guai voi ricchi… “. Guai voi ricchi che continuate ad arricchirvi anche con false opere di bene, guai a voi ricchi che come i farisei fate false elemosine di pura apparenza. Guai a voi ricchi che usate il vostro potere per ingannare l’uomo chiamando accoglienza nell’immigrazione l’accoglienza di uomini criminali.

A voi ricchi dico : cercate il povero nella sua terra, cercate il povero nella sua casa, tra i suoi parenti e siate certi di trovarlo.


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Posted on 24/01/2018 in State Of Play

Written by Samuel Colombo

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